L’INTERVISTA-DAVIDE CASATI, SINDACO DI SCANZOROSCIATE, SI RACCONTA

 In L'INTERVISTA

Tutti lo conoscono come il Sindaco di Scanzorosciate, ma non molti sanno che Davide Casati ha fatto tutta la trafila nelle giovanili giallorosse, esordendo anche in Prima Squadra. Oggi si racconterà ai nostri microfoni, spaziando dallo Scanzo di una volta a quello attuale, non lesinando anche di rispondere su questioni riguardanti più la politica del Comune che lo sport in senso stretto. Buona lettura!!

 

Buongiorno Davide. Lei, oltre ad essere l’attuale Sindaco di Scanzorosciate, è stato anche giocatore nelle giovanili giallorosse. Quali emozioni Le provoca il sentir parlare dello Scanzo?

Ho iniziato a giocare nella Scuola Calcio a 6 anni compiuti, per poi terminare la mia esperienza a soli 21 anni. Quindici anni di passione, di “famiglia”, di vittorie e di sconfitte. Gli impianti sportivi di via Polcarezzo sono stati la mia seconda casa: oltre che giocare nella mia squadra mi recavo al campo a guardare quasi tutte le partite del Settore Giovanile e della Prima Squadra, spesso accanto in tribuna al presidentissimo Gian Marco Cucchi e a mio papà Arrigo. L’emozione che provo è quindi quella di orgoglio, di senso di appartenenza, di “casa” appunto.

Lei arrivò ad esordire in Prima Squadra in una partita passata alla storia, Scanzorosciate-Dubino 9-1, ritorno dei Quarti di Finale di Coppa Lombardia stagione 2002/2003. Cosa ricorda di quella giornata?

Una forte emozione perché finalmente, dopo aver visto da spettatore quasi tutte le partite dei “grandi”, potevo stare con loro, nello spogliatoio, nel riscaldamento, in panchina e…in campo!

Mi sentivo felice, orgoglioso, ma allo stesso tempo preoccupato perché non amo “fare figuracce” ed il solo pensiero di esordire mi faceva “tremare le gambe”. Il risultato invece ha aiutato a far calare la tensione e quindi quando sono entrato in campo ho potuto giocare tranquillo anche se mi ricordo che i primi minuti facevo fatica a rompere il fiato dall’emozione dell’esordio.

Come mai decise di smettere col calcio giocato?

Dopo aver fatto una stagione fantastica da capitano della Juniores regionale, nel ruolo di centrale difensivo in una difesa a 4 (con mister i bravissimi Boni Manuel e Jonny), dove per un soffio abbiamo mancato la vittoria del campionato nel 2004, a soli 19 anni, mi sono candidato alle elezioni comunali e sono stato eletto come il più votato diventando così assessore. La vita è cambiata, le responsabilità e le priorità sono diventate altre e la stagione successiva sempre nella Juniores regionale (con qualche convocazione in prima squadra) ne ho risentito a livello di “testa”, di concentrazione soprattutto, visto che era il mio punto forte non avendo due piedi eccezionali. E, guarda caso, quando la testa non è a posto è più facile infortunarsi. A Treviolo, ad inizio 2015, entrai “molle” in un contrasto ed il mio ginocchio fece “crack”. Stetti fermo diversi mesi ma la ripresa fisica, aggiunta all’impegno politico, non mi aiutò e quindi decisi di portare a termine la stagione sportiva e poi di lasciare, con una forte tristezza.

Che ambiente era quello delle Giovanili giallorosse quando Lei giocava? Quali pensa siano i segreti dei miglioramenti del vivaio e, in generale, della società in questi anni?

L’organizzazione, spesso maniacale, imposta da Flavio Oberti è stato il punto di forza perché la buona organizzazione è sempre alla base di ogni risultato positivo. Ma non basta. Serve sempre la passione, la determinazione, il coraggio. Tutte caratteristiche che il gruppo dirigente dell’U.S. Scanzorosciate Calcio è riuscita ad interpretare al meglio raggiungendo risultati straordinari per una società che pratica sport in Comune di 10 mila abitanti.

In che ruolo giocava? Chi erano i Suoi idoli d’infanzia?

Nei primi anni di Giovanile giocavo terzino destro (col sinistro ero una frana!). Poi dai Giovanissimi fino alla Juniores regionale sempre centrale di difesa (nella difesa a 3 o a 4).  Partecipando a quasi tutti gli allenamenti e partite della Prima Squadra avevo un bel rapporto umano con tutti i giocatori e non mi sento di indicare un idolo; tanta stima e affetto che a diversi giocatori di quegli anni mi lega ancora oggi quando li incontro per strada a Scanzorosciate.

Cosa pensa di aver lasciato ai tifosi giallorossi? Cosa hanno invece lasciato loro a Lei?

Sicuramente ho sentito dai tifosi tanta stima e affetto e se, nel 2004, sono stato il più votato di tutto il Comune è merito certamente di tanti di loro che mi hanno sostenuto in questa mia prima esperienza politica. Io spero di aver lasciato loro un ricordo di una persona seria, responsabile, disponibile e determinata nel raggiungere i risultati più alti per la società.

Dal campo è passato alla scrivania, buttandosi nella carriera politica. Quali sono i pro e i contro di questo mondo?

Se la politica la si fa con passione, spirito di servizio e senza interessi personali diventa l’esperienza più bella che possa capitare ad una persona. Guidare una comunità stando in mezzo ad essa e non sopra, prendersi cura delle fragilità, cercare di risolvere i problemi, parlare con le persone, ascoltarle sono esperienze di vita che ti segnano nel profondo e ti realizzano come persona, prima di tutto il resto. I “contro” se la si fa come scritto sopra sono pochissimi perché quando uno fa politica per passione non ci sono delle fatiche insormontabili. I “contro” sono più per i tuoi familiari, per i tuoi amici, i tuoi affetti perché il mettersi a servizio di una comunità è totalizzante, 7 giorni su 7, 15 ore al giorno.

Quanta importanza ha lo sport nel benessere di una cittadinanza come può essere quella di Scanzo? Quali iniziative vengono prese in questo ambito?

E’ fondamentale per crescere come persone innanzitutto ma è importante per il proprio fisico che condiziona poi anche la “testa”. Ecco perché da quando sono diventato Assessore allo Sport nel 2004 abbiamo attuato una politica di sostegno allo Sport invertendo il trend rispetto al passato. I contributi sono notevolmente aumentati, i costi delle palestre per i Settori Giovanili sono i più bassi della provincia, abbiamo in 12 anni realizzato 3 campi da calcio (due sintetici, uno in erba naturale), un palasport, un bocciodromo oltre ad aver ammodernato tutti gli impianti esistenti.

Come Amministrazione Comunale, seguendo i grandi risultati della sezione calcio e non solo, vi sono stati diversi interventi negli anni per adeguare il Centro Sportivo e gli altri impianti nel territorio. Quali progetti in cantiere ci sono per una società che, per il terzo anno consecutivo, si accinge ad affrontare la Serie D?

Grazie all’intervento economico del Comune l’anno della promozione in serie D siamo riusciti, in collaborazione con l’U.S. Scanzorosciate, ad adeguare il campo principale secondo le prescrizioni della Lega e dei Vigili del Fuoco ottenendo così una deroga che, se non ci fosse stata, avrebbe obbligato la Prima Squadra a giocare fuori da Scanzorosciate; deroga che l’anno scorso è stata riconfermata. Fare ulteriori lavori (allargamento del campo e realizzazione nuova tribuna) nel breve termine è impossibile perché stiamo parlando di circa 300/400 mila euro (Iva e spese tecniche incluse) che superano di molto l’intero budget comunale per opere pubbliche e manutenzioni straordinarie di un anno. L’obiettivo è quindi redigere un progetto e partecipare a futuri bandi dello Stato o della Regione che finanzino a fondo perduto quest’opera. Intanto richiederemo alla Lega una terza proroga.

Quali caratteristiche pensa dovrebbe avere il nostro Comune per diventare un polo sportivo che attragga anche persone da altri Comuni?

Non è facile perché la divisione in 5 frazioni del Comune e la presenza di due impianti sportivi (e non uno unico) non ci consente di investire in nuovi impianti che possano aggregare ancor più persone e discipline in un unico polo. Dobbiamo invece lavorare bene con quello che abbiamo già (e non è poco) tenuto conto che già oggi l’intero Comune ha un movimento attorno allo Sport di circa 1.000 atleti. E poi a breve (luglio 2018) sorgerà vicino all’area mercato il primo polo provinciale di beach volley – tennis – soccer e sicuramente diventerà un polo sportivo innovativo ed aggregativo.

Ci racconta qualche aneddoto, positivo o negativo, accadutole durante la Sua carriera?

Mi ricorderò sempre le prime partite con Mister Giugnetti (categoria Allievi) che mi metteva sempre in panchina. Con un carattere come il mio non era facile e allora ho tirato fuori davvero gli “attributi”: ho corretto l’alimentazione (portando ad esaurimento mia mamma), facevo ginnastica e palestra quasi tutti i giorni, mi allenavo come mai fatto prima e poi finalmente una domenica mattina, nel corso di una partita sul campo a 11 a Scanzo ancora in sabbia, mi fece entrare e feci un partitone dove buttai fuori tutta la rabbia accumulata; da quel giorno la panchina non la vidi più, a dimostrazione che la determinazione, il sacrificio, la voglia ti fanno raggiungere gli obiettivi che ti poni. Mai mollare!

Concludiamo l’intervista con la consueta top 11. Da buon Amministratore qual è, scelga 11 giocatori che schiererebbe in campo nelle partite più importanti.

Da quando sono Sindaco purtroppo non ho più potuto seguire le partite della Prima Squadra con costanza come facevo invece in passato. Quindi non me ne vogliano gli attuali calciatori ma torno coi ricordi a qualche anno fa quando non mi perdevo mai una partita e un allenamento.

Portiere: A. Caglioni

4 Difensori: M. Alborghetti, M. Boni, J. Boni, R. Colleoni

2 Centrocampisti davanti alla difesa: W. Ghilardi (“Brighel”), S. Moretti

3 Mezzepunte: M. Bonomi, M. Cucchi, S. Longhi

1 Punta: V. Giugno

 

Ringraziamo il Sindaco Casati per essere riuscito, con tutti gli impegni che la carica porta con sè, a trovare il tempo per rispondere alle nostre domande in maniere puntuale e dando anche dei consigli che i lettori che praticano sport potranno seguire, sperando che tra Amministrazione e sport ci sia sempre questo rapporto proficuo. FORZA SCANZO!!

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