L’INTERVISTA-GIOVANNI ZANCHI, ALLENATORE DEGLI ALLIEVI 2002, SI RACCONTA…

 In L'INTERVISTA

Per l’intervista di questa settimana continuiamo il viaggio nel mondo della categoria Allievi intervistando l’allenatore dei 2002, freschi di vittoria del campionato primaverile  Giovanissimi Regionali la stagione scorsa, e alle prese con il campionato Regionale riservato agli Allievi Fascia B (dal 2002 in giù). Il suo nome? Giovanni Zanchi.

Queste le sue parole al nostro sito…

 

Buongiorno Giovanni. Lei allena gli allievi 2002 dello Scanzo; come sta andando finora la stagione?

La stagione sta andando abbastanza bene. Stiamo navigando nella parte alta della classifica, nonostante domenica abbiamo perso lo scontro diretto contro la Trevigliese, una delle nostre antagoniste principali per la zona play-off. Complessivamente, comunque, i ragazzi si stanno impegnando per mettere in pratica gli insegnamenti che io e i miei collaboratori diamo loro durante le sedute di allenamento.

Lei allena questo gruppo da agosto di quest’anno. Che tipo di squadra ha trovato all’inizio di questo percorso e a che punto siete arrivati ora? Qual è il prossimo step di miglioramento?

Ho trovato un ottimo gruppo ed una buona squadra; il lavoro fatto da Grismondi (loro allenatore nel biennio appena trascorso, ndr) si è visto e quindi ho ereditato dei giocatori preparati sia sulla tecnica che sulla tattica individuale. Ora i ragazzi hanno migliorato intensità e velocità d’esecuzione, due elementi fondamentali per affrontare i Regionali A il prossimo anno. Il prossimo step sarà quello di arrivare ad esprimere un gioco collettivo di alto livello, dove tutti i giocatori in organico si possano esprimere al massimo delle loro potenzialità.

La categoria Allievi è spesso l’ultimo tassello che un ragazzo compie prima di essere catapultato in Prima Squadra (quantomeno per allenarsi). Come si affronta una situazione del genere? Quali sono gli ultimi passi che un ragazzo dovrebbe compiere per farsi trovare pronto?

Questa è una categoria molto importante ed il compito dell’allenatore è quello di far capire ai ragazzi che, per poter ambire a categorie superiori, l’applicazione negli allenamenti deve essere massimale; inoltre ogni giocata deve essere pensata ancora prima di ricevere palla; infine la tecnica e il controllo di palla in primis devono essere funzionali alla giocata successiva…non è facile,  ma questi concetti devono essere prioritari e devono diventare un mantra nella testa dei giocatori. Un ragazzo per farsi trovare pronto per le sfide che lo aspettano nei prossimi anni, oltre alle qualità citate precedentemente, dovrebbe imparare ad alimentarsi adeguatamente, ad avere uno stile di vita consono all’attività che svolge e soprattutto ad essere professionale.

Nella categoria Regionale si ha un alto livello sia di qualità che di fisicità. Quale aspetto dovrebbe prevalere in una categoria come gli Allievi Regionali?

Nei regionali sono importanti entrambe le qualità, anche se oggi trovi molti giocatori fisici sui campi. Per fortuna, però, quelli che fanno poi la differenza sono quelli bravi tecnicamente, quelli che sanno saltare l’uomo per creare la superiorità numerica. Un giocatore che avesse entrambe queste qualità sarebbe un mix perfetto!

Qual è il Suo credo tattico? A quale allenatore si ispira?

A me piace molto il 4-2-4, anche se non disdegno il 4-3-1-2 o il 4-3-3. E’ chiaro che i moduli, comunque, si fanno in base ai giocatori a disposzione e non il contrario. La prima Juventus di Conte mi ha sempre entusiasmato, così come lo stesso Antonio come allenatore, perchè era in grado di trasmettere alla squadra grinta e determinazione per colmare il gap tecnico con le avversarie.

Come si è avvicinato al mondo Scanzo? Che aspettative aveva quando arrivò in società?

Il mondo Scanzo l’ho conosciuto dopo la parentesi col Pontisola attraverso Giugnetti Franco (attuale direttore tecnico della nostra società, ndr), al quale avevo chiesto la disponibilità ad allenare una delle squadre del Settore Giovanile. In seguito ad un colloquio con Silvestri, il responsabile del Settore Giovanile, eccomi qua! Quando arrivai mi aspettavo una società organizzata e strutturato bene e così è stato.

Cosa rappresenta per Lei la possibilità di vivere una realtà come quella giallorossa? In cosa la società potrebbe migliorare, vedendola dall’interno?

Per me lo Scanzo oltre ad essere una società è una grande famiglia. La Prima Squadra rappresenta un territorio e la Serie D ha dato lustro a tutto il movimento giallorosso: sono davvero orgoglioso di far parte di questa squadra!

Mi piacerebbe vedere un torneo giallorosso a fine campionato per le categorie Allievi e Giovanissimi per fare una selezione dei migliori talenti in giro per la bergamasca, oppure organizzare più amichevoli per provare dei giocatori a cui siamo interessati.

Passiamo ora a delle domande più specifiche su di Lei. Prima di allenare a Scanzo, quali esperienze da giocatore o allenatore ha avuto? Che tipo di giocatore era?

Da giocatore sono arrivato sino alla squadra Under (l’attuale juniores, ndr); giocavo come stopper marcatore vecchio stampo, forte nel colpo di testa e nell’impegno che mettevo in campo, con i piedi un po’ meno (ride, ndr). Poi ho dovuto smettere per un problema di salute e non potendo più giocare mi sono buttato subito sulla carriera da allenatore, attraverso dapprima un corso CSI per giovani calciatori, poi il corso CONI, un corso di base con l’Atalanta ed infine il corso UEFA B. Come allenatore ho iniziato come secondo all’Aurora Seriate, divenendone allenatore capo l’anno successivo; nel vivaio rossoblu rimasi per 10 anni, trasferendomi poi tre anni al San Paolo d’Argon, lavorando in contemporanea per la Federazione come selezionatore della categoria Giovanissimi per il torneo delle Province, infine un anno al Pontisola e poi a Scanzo, dove sono tutt’ora.

Ha qualche momento particolare della carriera a cui è legato?

Sì ne ho alcuni. Innanzitutto la Finale del Trofeo Ciatto vinta allo Stadio “Atleti Azzurri d’Italia” con i 96 del San Paolo d’Argon, poi la finale vinta a Castiglione delle Stiviere con i Giovanissimi della rappresentativa provinciale contro Milano ed infine il campionato vinto con i 91 a Seriate e la finale provinciale vinta con gli stessi ragazzi, che ci diede l’accesso alla categoria regionale per la prima volta nella storia seriatese. La cosa che però mi rende più felice è il fatto di aver mantenuto i contatti con molti di questi ragazzi.

C’è qualche ricordo divertente da poter condividere con i nostri lettori?

Direi che da questo punto di vista il torneo di Cervia disputato con gli Allievi 2000 batte tutti gli aneddoti che avrei potuto raccontare. Oltre alla bella esperienza sportiva, ci siamo ammazzati di risate per tutto il viaggio grazie soprattutto al mio tutor Buonocore che ringrazio tanto.

La Nazionale purtroppo è stata eliminata dal Mondiale, nonostante ci siano esempi virtuosi sia all’estero sia in Patria di come il calcio odierno debba essere affrontato. Se potesse prendere delle decisioni sulla rifondazione del calcio italiano, cosa farebbe?

Dobbiamo sicuramente ripartire dalle basi, tornando ad insegnare l’uno contro uno e la marcatura a uomo, che, per la troppa attenzione alla tattica, purtroppo gli allenatori non insegnano più. Poi ci lamentiamo se non emergono più i Baggio o i Gentile di una volta…la tattica collettiva è funzionale solo se si sa sviluppare meglio quella individuale!!

Concludiamo con il solito “dream team”. Quali giocatori schiererebbe in un’ipotetica formazione dei sogni (può indicare sia suoi giocatori o ex compagni o professionisti)?

Qui darò una risposta scontata ma il mio “dream team” è la squadra che alleno ora, cioè i 2002.

Un’intervista che sicuramente ci ha aperto nuove possibilità di conoscere uno degli allenatori che hanno il compito di far crescere al meglio i nostri ragazzi. Una persona molto disponibile e umile, tanto da rifiutare i complimenti del presidente Oberti per l’ottimo campionato fin qui svolto per via della sconfitta patita domenica scorsa; un mister però che sembra avere le idee molto chiare su come far rendere al meglio i suoi giocatori e, visti i risultati, non lo si può certo contraddire!

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