L’INTERVISTA-MARCO MARCHESI, ALLENATORE DEGLI ESORDIENTI 2005, SI RACCONTA…

 In L'INTERVISTA

Nell’intervista di oggi riprendiamo la strada dei vari allenatori del nostro Settore Giovanile, cominciando a toccare le categorie dei più giovani. Nonostante sia arrivato quest’anno nella Famiglia giallorossa, i suoi risultati e la crescita intravista nei suoi giocatori hanno fatto sì che Marco Marchesi, allenatore degli Esordienti 2005, abbia riscosso elogi sia dall’interno della società che dall’esterno. Oggi si è gentilmente prestato alle nostre domande, quindi non resta che augurarvi buona lettura!

 

Buongiorno Marco. Lei allena, da quest’anno, gli Esordienti 2005; come sta andando sinora la stagione?

Buongiorno, diciamo che per il momento la stagione è positiva. In questo periodo stiamo soffrendo il cambio dal gioco a 9 al gioco a 11,  ma lavoriamo bene durante la settimana e questo per me è il risultato più importante. Non siamo ancora una “VERA Squadra” ma ci stiamo lavorando.

Com’era la situazione di squadra dei Suoi ragazzi all’inizio della stagione? In cosa sono migliorati e quali gradini devono ancora salire per completarsi?

A inizio anno la situazione era quella di avere un gruppo sostanzialmente nuovo formato da un mix di ragazzi che già facevano parte della squadra dello scorso anno e ragazzi nuovi arrivati da altre realtà, quindi oltre al lavoro tecnico individuale, c’è stato un lavoro ancora più importante sul concetto di gruppo, unito nella motivazione, nella determinazione, nel fare “spogliatoio” e nel gioco sul campo. Mentre siamo migliorati nel lavoro settimanale, in gara qualche problemino, soprattutto di carattere, ancora lo abbiamo.

Essendo all’ultimo anno in questa categoria, alcuni dei Suoi giocatori hanno avuto modo in qualche allenamento o in partita di assaggiare il campionato Giovanissimi. Quali sono, secondo Lei, le caratteristiche che un giocatore dovrebbe avere per affrontare al meglio il salto che lo aspetta?

Umiltà, saper ascoltare, sapersi mettere in discussione e imparare dai propri errori. E come dico sempre: Lavoro, Lavoro e Sacrificio.

E’ favorevole al fatto che alcuni giocatori che si mettono in luce vengano assegnati, magari durante la stagione, in maniera continuativa all’annata più grande oppure ritiene che la loro crescita si debba completare nel corso dell’intero anno con lo stesso gruppo?

Questo dipende dall’indirizzo che la Società intende dare. Per quanto mi riguarda fino agli esordienti il gruppo, il creare uno “zoccolo duro”,  è più importante del singolo.

Gli Esordienti sono l’ultima categoria in cui la classifica non conta, tanto che per il risultato finale si guarda al numero di tempi vinti o persi e non ai goal segnati. Quali sono i pro e i contro di una regola del genere?

La formula è buona perchè permette a tutti di giocare. Toglierei, anche se ufficialmente non dovrebbe esserci, la classifica ed eviterei quello che è successo in questo ultimo anno, ovvero la prima parte di campionato a 9, mentre la  seconda parte a 11: è una formula che non condivido.

Partecipando ad un girone di ferro sia nella fase autunnale che in quella primaverile, la Sua squadra è venuta fuori alla distanza. Qual è il Suo segreto?

Bellissimo campionato, dove i ragazzi hanno la fortuna di confrontarsi con le migliori realtà della provincia e non solo. Ho chiesto alla mia squadra di andare oltre i propri limiti e di non accontentarsi mai. I ragazzi sanno che la cosa importante è uscire dal campo a testa alta consapevoli di aver dato tutto quello che è nelle nostre possibilità…poi, se i nostri avversari si dimostrano più bravi di noi, alla fine stringiamo loro la mano e facciamo loro i complimenti.

A quale allenatore si ispira nel portare avanti tattiche, allenamenti e partite?

Sono un accanito lettore e mi tengo aggiornato su tutto quello che concerne metodi e filosofia dei migliori settori giovanili; poi cerco di adattare il tutto alla mia filosofia di calcio.

Com’è avvenuto il Suo primo incontro con il mondo giallorosso? Cosa vuol dire essere parte di una società come lo Scanzo?

Una grande emozione! A livello provinciale, e non solo, lo Scanzo è conosciuto come una delle realtà più importanti a livello di settore giovanile. Anche se per me è il primo anno, l’atmosfera che si respira, e credo che questa sia la forza di questa società, è quella di sentirsi qui da sempre.

Quali esperienze calcistiche, da giocatore o da allenatore, ha avuto prima di incrociare la strada con quella dello Scanzo?

Sono stato un atleta più che calciatore se devo essere sincero; ho avuto la possibilità di praticare più sport prima di decidere di giocare a calcio, ma la mia carriera calcistica è terminata molto presto. Debutto con l’Alzano F.C. a 17 anni e finisco a 19 anni dopo un brutto incidente di gioco. Mentre passavo da una operazione all’altra mi è stata offerta la possibilità di allenare i piccoli in Oratorio. Poi, anno dopo anno, sono diventato il responsabile di tutto il movimento sportivo dell’Oratorio Immacolata Alzano e ci sono rimasto per quasi 18 anni. Dopo una pausa dovuta ad impegni di lavoro, ho ripreso su invito di amici, sempre in Oratorio, ad aiutare e ad allenare, facendo poi 4 anni ad Albino sponda Falco ed infine eccomi qui!!

Ci racconta qualche aneddoto, positivo o negativo, che Le è capitato durante la Sua carriera?

Nel 1992 organizzammo un torneo internazionale in oratorio, con la partecipazione della squadra croata del Rijeka. In quel periodo la Croazia si trovava in guerra (guerra dei Balcani 1991-1995, ndr) e mi piace pensare che regalammo a quei 18 ragazzi quattro giorni di tranquillità e di gioia.

Concludiamo con la Sua top 11 personale. Immagini di dover fare una sorta di fantacalcio globale, chi comprerebbe per la Sua squadra?

Chi comprerei? La squadra che alleno per me è sempre la migliore quindi tutti i ragazzi del gruppo Scanzo 05, con i loro pregi e i loro difetti!

 

Ringraziamo Marco per aver “esordito” ufficialmente in società con la nostra consueta intervista; sicuramente sarà, come sempre, ricca di spunti per i nostri tifosi, che impareranno a conoscere sempre di più tutti coloro attorno a cui ruota la Famiglia giallorossa.

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