L’INTERVISTA-MAURO LUSSANA, PRIMO FUORICLASSE DELLA STORIA GIALLOROSSA, SI RACCONTA…

 In L'INTERVISTA

Il titolo non è un elogio fatto per compiacere l’intervistato di oggi, bensì è un modo per testimoniare che negli anni Settanta un giocatore cresciuto nel nostro vivaio è riuscito ad arrivare, nel prosieguo della carriera, sino alla Serie C e alla Nazionale Dilettanti. Il suo nome è Mauro Lussana, professione centravanti, che oggi si racconterà ai nostri lettori.

Buongiorno Mauro. Lei è stato calciatore dello Scanzo nei primi anni Settanta; cosa ricorda del Suo primo approccio con il mondo giallorosso?

Il primo approccio è stato molto positivo, perchè, passando dai campi dell’oratorio ad una società vera e propria, ho cominciato a vedere il calcio sotto un altro aspetto.

Che società trovò allora? Com’era il calcio dei primi anni Settanta?

All’epoca trovai una società molto qualificata, nonostante fosse nata da poco, grazie anche ad un grandissimo presidente come Gianmarco Cucchi e ad un allenatore, ma prima di tutto un grande uomo, come Caspani. Il calcio in questo periodo era molto più improntato sulla fisicità che sulla tecnica e, quindi, i pochi giocatori veramente bravi tecnicamente spiccavano tra gli altri.

In quale ruolo veniva schierato in campo? Quali erano i Suoi idoli da ragazzo?

Il mio ruolo era quello di attaccante, nello specifico giocavo centravanti (il famoso numero 9 di una volta, ndr). I miei idoli in quel momento erano due mostri sacri del ruolo come Altobelli e Paolo Rossi.

Lei è considerato uno dei primi fuoriclasse della nostra storia, anche perché fu ceduto, dopo la parentesi giallorossa, a squadre che disputavano il campionato di Serie C e D. Sente ancora viva oggi questa considerazione in chi ha avuto la fortuna di vederLa giocare?

Sì! Questa considerazione è ancora viva oggi ed è bello che quando incontro persone che mi seguivano a quei tempi, mi riconoscono ed esaltano i miei primi anni di carriera con la maglia giallorossa.

Quali insegnamenti e principi Le ha lasciato l’esperienza in maglia Scanzo? Cosa pensa, invece, di aver lasciato Lei ai tifosi giallorossi?

Sicuramente, entrando per la prima volta in una società, ho imparato il rispetto delle regole e cosa volesse dire far parte di un gruppo sportivo. Da parte mia, spero di aver lasciato ai tifosi un ricordo positivo, soprattutto grazie all’impegno che mettevo ogni domenica sul campo.

Dopo lo Scanzo, quali altre esperienze calcistiche ebbe durante la Sua carriera?

Dopo gli anni in giallorosso passai alla Romanese, con cui disputai il campionato di Serie D per due anni; poi mi trasferii in Serie C al Pergocrema per altre due stagioni, a San Sepolcro in provincia di Arezzo per un anno ed infine a Pavia. L’ultimo anno da professionista fu nelle file della Virescit; continuai poi nelle categorie dilettantistiche all’Intim Hellen in Promozione e per sei anni alla Verdellinese in Prima Categoria, infine un ritorno per un anno a Scanzo con cui conclusi la mia carriera.

Secondo Lei, che differenze ci sono tra la Serie D in cui ha giocato Lei e quella che disputa oggi lo Scanzo?

Per come la vedo io, senza voler offendere o sminuire le grandi cose fatte dallo Scanzo negli ultimi anni, quella era una Serie D con una marcia in più rispetto a quella in cui oggi milita la squadra. Basti solo pensare che, a quel tempo, vi militavano compagini che oggi sono stabilmente nei campionati maggiori-

Lei ha fatto parte anche della Nazionale Dilettanti. Ci racconta quell’esperienza?

E’ stata un’esperienza bellissima, perchè non capita a tutti di aver la fortuna di militare in una squadra che rappresenta la propria Nazione. Mi ha permesso di confrontarmi con giocatori che poi ho ammirato sui campi della Serie A ed io ero lì con loro!

Ha qualche aneddoto divertente della Sua carriera da poter raccontare ai nostri lettori?

Un aneddoto divertente, che mi è rimasto impresso, riguarda proprio l’esperienza in Nazionale. Dovevamo disputare un torneo in Iran e, dopo essere atterrati nella capitale Teheran, ci fecero salire su un aereo militare che ci avrebbe portato a destinazione…beh diciamo che più che un aereo militare la sensazione era di essere su un pullman di linea!!

Cosa si sente di consigliare ad un giovane che oggi si approccia al mondo del calcio?

Il consiglio che lascio a tutti i giovani è quello di mettere tanta passione nel calcio e di non arrendersi davanti alle prime difficoltà.

Cosa Le piace e cosa invece non gradisce del calcio di oggi?

Quello che mi piace del calcio attuale è il veder giocare calciatori tecnicamente validi con una preferenza per il modulo 4-3-3.

Concludiamo con la Sua “formazione dei sogni”. Ci indica i nomi di 11 compagni e un mister tra quelli che L’hanno più impressionata quando giocava?

Per il mio “dream team” sceglierei Veneri come mister. Poi per quanto riguarda i giocatori: Corti, Martinelli, Plodari, Pellizzoli, Tom Astolfi, Bronco, Cadregari, Manenti, Pozzi ed infine, scusate la poca modestia, me stesso, perchè vorrei sicuramente godermi una partita insieme a loro!!

Ringraziamo tantissimo Mauro per averci raccontato la Sua splendida esperienza in maglia giallorossa e non e crediamo che le sue parole saranno d’esempio per i ragazzi che leggeranno quest’intervista, mentre per i lettori un po’ più adulti avrà fatto sicuramente tornare alla luce ricordi magari sbiaditi, che ora torneranno prepotentemente in auge.

Concludiamo l’intervista con una foto che mostra Mauro (l’ultimo in alto a dx) con la selezione Nazionale Dilettanti.

 

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