L’INTERVISTA-MICHELE PESCE, ALLENATORE DEI PULCINI 2007, SI RACCONTA

 In L'INTERVISTA

Finisce la stagione agonistica, ma il nostro sito, con le varie rubriche, vi terrà compagnia fino a fine giugno!

Oggi, a rispondere alle nostre domande, sarà un altro degli allenatori del nostro Settore Giovanile: Michele Pesce, allenatore dei Pulcini 2007, al primo anno nella famiglia giallorossa. Ecco le sue parole…

 

Buongiorno Michele. Lei è l’allenatore dei Pulcini 2007; ci traccia un bilancio della stagione appena conclusa?

Buongiorno. La stagione è andata in crescendo e non parlo dei soli risultati sportivi, ma nel complesso, ovvero da un punto di vista educativo, di collaborazione, di attenzione e di predisposizione al sacrificio. Mi ritengo un allenatore abbastanza esigente ed è un piacere collaborare con un gruppo pronto ad apprendere.

Questo è stato il Suo primo anno all’interno della società giallorossa. Com’è stato il primo impatto? Come viene “percepita” da fuori questa realtà?

L’impatto è stato “Importante”, vedere così tante persone che dedicano tempo e passione all’interno della realtà Scanzo è incredibile. Sapevo di avere scelto una realtà tra le più blasonate di Bergamo e ne ho avuto la conferma in questi mesi. Ad esempio, vedere Presidente e Direttore Sportivo che seguono le partite e gli sviluppi di tutto il Settore Giovanile è rassicurante. Da fuori magari non si percepisce la fatica che si fa qui per mantenere alti determinati standard.

Che gruppo ha preso in mano all’inizio dell’anno? In cosa è migliorato ed in cosa invece dovrà ancora lavorare negli anni futuri?

Inizialmente il gruppo era spaesato; il fatto di codificare un calcio da fermo o la lettura di una situazione di gioco non è stato semplice da inculcare nei miei giocatori. Posso affermare che tutto il programma che volevo sviluppare è stato svolto. Forse manca un po’ di continuità ma con il tempo e la crescita dell’autostima sono certo che si svilupperà anche questo aspetto…

Su quali aspetti si dovrebbe insistere di più nella formazione di un bambino che partecipa al campionato Pulcini?

Senza ombra di dubbio la situazione educativa è alla base. A partire dall’ordine dello spogliatoio fino all’uscita nei giusti tempi (tra doccia e cambiarsi) dal campo sportivo. Naturalmente per fare questo l’allenatore ed il suo staff devono essere il primo esempio.

Oltre a tutto questo ho notato un attaccamento al risultato che a volte offusca l’aspetto formativo del calciatore del futuro. Credo che gli addetti al settore non devono mai dimenticare che siamo al servizio della crescita sportiva (e non solo) del bambino. La vera vittoria sta in questo e la linea societaria è l’unica che può agire in tal senso.

Purtroppo in alcune realtà si comincia, già a quest’età, ad instillare nei bambini concetti “da grandi” propedeutici ad ottenere prima il risultato che una crescita del ragazzo. Come si può arginare questo fenomeno?

Bella domanda…il fenomeno si può arginare con percorsi formativi da parte degli staff tecnici e soprattutto dirigenziali, dove si impara a conoscere il percorso cognitivo del bambino e capire che cosa si può insegnare per ogni singola età; alcune cose possono essere apprese dopo mentre altre devono essere insegnate prima. Il movimento dilettanti è lo specchio del nostro calcio professionistico che ultimamente zoppica. Vincere oggi per perdere domani non ha senso, secondo me.

Tempo fa esistevano nella categoria Pulcini dei campionati, a campo ridotto, ma con 11 giocatori per squadra in campo; ora invece si preferisce ridurre il numero di ragazzi in campo. Quali sono i pro e i contro di tale scelta?

Io non vedo dei contro riguardo a questa scelta; se il numero di bambini a disposizione è alto si potrebbe pensare di fare più squadre per singola categoria. Tabelle tecniche dimostrano che i bambini sono più coinvolti e più sollecitati a numero ridotto. L’allenamento può essere svolto curando maggiormente aspetti tecnici, coordinativi, situazionali e di tattica individuale senza perdersi in schemi di gioco complessi.

Quale pensa sia il segreto dei passi avanti fatti dalla società a livello di risultati e organizzazione? In cosa si potrebbe ancora migliorare?

Credo che il fatto di essere una realtà storica e solida, con un Settore Giovanile Regionale ed una Prima Squadra, con una età media molto bassa, in serie D sia un bel messaggio per tutta la comunità ed i paesi limitrofi. Forse il passaggio futuro potrebbe essere l’introduzione di figure di collegamento tra Prima Squadra e tutto il Settore Giovanile per rendere ancora più chiaro il percorso tecnico tattico di tutti i giocatori che crescono nel nostro vivaio.

Quali esperienze calcistiche ha avuto prima di approdare in giallorosso?

Prima di approdare a “Scanzo” ho svolto la mia attività in varie società dilettantistiche della bergamasca come Forza e Costanza, Giovanile Calcinatese, Grumellese; i ruoli sono stati alternati tra allenatore e preparatore atletico nel Settore Giovanile ed in Prima Squadra. Nell’ambito professionistico ho avuto il piacere di collaborare con l’Albinoleffe in qualità di preparatore atletico nel Settore Giovanile.

A quale allenatore si ispira? Qual è il modo di giocare che rispecchia di più il suo modo di interpretare il gioco?

Diciamo che parlare di Prima Squadra rapportata al Settore Giovanile non è cosi facile. In maniera sorridente mi piace pensare di essere un motivatore alla “Special one”. Riuscire a trarre il meglio da ognuno, essere riconosciuto come leader e non come “Addestratore”… questo mi piace pensare!

Ci racconta qualche aneddoto, positivo o negativo, della Sua carriera?

Dopo 16 stagioni sportive credo di avere visto molto sui campi da gioco; mi ricordo quando un guardalinee (genitore della squadra avversaria) ha fermato il gioco cercando di consegnare la sua bandierina ad un mio giocatore che chiamava la palla fuori. Dico questo solo per sottolineare che molto spesso sono proprio gli adulti a rovinare e a rendere maleducato il calcio dei bambini.

Ma tutto il resto è solo aneddoti positivi dentro e fuori dal campo…

Concludiamo con la solita top 11. Immagini di poter scegliere, tra ex compagni, avversari, giocatori famosi del presente e del passato, chi schierare in campo nelle partite più importanti e li metta in campo. Chi farebbe giocare?

Buffon, Zambrotta, Cannavaro, Materazzi, Grosso, Camoranesi, Gattuso, Pirlo, Perrotta, Totti, Toni.

Campioni del mondo! Sono un nostalgico ahahah

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