L’INTERVISTA- IL TRIUMVIRATO (PARTE 1): BEPPE SILVESTRI, RESPONSABILE DEL SETTORE GIOVANILE, SI RACCONTA

 In L'INTERVISTA

Prima puntata dell’intervista al triumvirato a capo del nostro Settore Giovanile; oggi tocca a Beppe Silvestri, che ci parlerà del nostro vivaio, della sua concezione di Settore Giovanile e anche qualche ricordo passato.

Quali sono i compiti specifici che un responsabile del settore giovanile ha?

I compiti di un responsabile sono molteplici ma il primo in assoluto e’ quello di essere un buon organizzatore per gestire e controllare al meglio tutte le attività di un gruppo di persone cosi numeroso e pieno di impegni da portare avanti durante la settimana .

Nell’organigramma societario condividi questo ruolo con altre due persone, Augusto Foresti e Clemente Togni. Vi dividete squadre e compiti oppure lavorate sempre in collaborazione?

Con Togni e Foresti ci siamo divisi i compiti; il primo segue l’attività agonistica (giovanissimi e allievi) e il secondo l’attività di base (scuola calcio , pulcini e esordienti). Entrambi per nostra fortuna sono sempre sul campo a fianco degli allenatori a differenza mia che per lavoro non sempre sono presente . A tutti e due mi affianco io insieme a Titti Lazzaroni per condividere eventuali decisioni o scelte . Togni e Foresti oltre ad assere grandi uomini sono due maestri di calcio dai quali cerco di “rubare” il più possibile; siamo un team affiatato e coeso , le decisioni le prendiamo sempre tutti insieme .

Lo Scanzo negli anni 2000 ha intrapreso un percorso di crescita sotto molti aspetti nella gestione del suo vivaio. Quali obiettivi sono stati centrati in questi anni e quali miglioramenti si devono ancora attuare?

Sicuramente la crescita di questi ultimi anni dello SCANZOROSCIATE e’ stata esponenziale e continua con la conquista di tutti i campionati regionali. Ora bisogna alzare l’asticella per migliorare la qualità delle squadre per puntare sempre più in alto per far emergere talenti .

Da qualche anno ormai i campionati giovanili sono stati riformati attraverso una formula che prevede una prima fase provinciale nella quale le prime classificate vengono promosse alla fase primaverile dove disputano un altro girone regionale di sola andata. Quali benefici o problemi ha portato una riforma del genere? E’ d’accordo o preferirebbe tornare alla vecchia formula con un campionato formato dalle stesse squadre per tutto l’arco dell’anno?

La riforma attuata tre anni fa e rivista in parte quest’anno e’ stata un fallimento totale. Parlano i fatti, con partite finite 20 a 0 che hanno scontentato tutti . Lo sport e’ competizione e se non si innalza quella non si cresce , il calcio Italiano sta dimostrando a livello europeo e mondiale che tutte le scelte fatte negli ultimi 20 anni non hanno portato nulla di buono . La formula dei giovanissimi primo anno e’ rimasta mista provinciale/regionale ma credo sia l’ennesima decisione sbagliata .

Con la Prima Squadra che gioca in Serie D, il settore giovanile dello Scanzo è diventato sempre più attraente per i giocatori di altri comuni. Cosa si può migliorare da questo punto di vista per diventare un polo d’attrazione ancora più ampio per i ragazzi “forestieri”?

Non credo che la serie D attiri i ragazzini tranne forse per la juniores. Quello che e’ importante e’ continuare a migliorare sotto l’aspetto tecnico portando a Scanzo i migliori allenatori sulla piazza e di conseguenza migliorare i risultati nei campionati regionali: quelli sì che fanno gola a ragazzi e genitori!

Un comune pensiero degli addetti ai lavori è che ormai nei settori giovanili italiani si privilegi sempre di più la tattica a discapito della tecnica e della fantasia. E’ d’accordo con questa affermazione? Come dovrebbe essere per Lei un Settore Giovanile modello?

Sì, e’ vero che si guarda molto alla tattica e anche al fisico nei nostri settori giovanili ma questo non accade a Scanzo dove io e il mio team prediligiamo i giocatori tecnici a discapito a volte del fisico . Difatti mediamente i nostri avversari diretti hanno squadre più “fisiche” …noi pero’ giochiamo a calcio loro lo fanno poco . La tecnica e’ alla base del calcio e la serie D lo sta dimostrando domenica dopo domenica, se non si capisce questa cosa meglio dedicarsi ad altro .

Con le regole che impongono alle Prime Squadre di schierare obbligatoriamente 4 giovani dall’inizio della partita, molti ragazzi spesso non completano neanche il loro percorso nel vivaio e vengono catapultati subito con i grandi. Come si fa a coniugare la crescita tecnico-tattica e comportamentale dei giocatori con il bisogno impellente di avere giocatori già pronti per stare al livello dei grandi? C’è il rischio di bruciare le tappe?

Personalmente innalzerei la quota giovani al contrario di quello che dicono gli addetti ai lavori più navigati di me. Vedo sui campi troppi “vecchi” anche con poca qualità’ e soprattutto allenatori poco preparati a gestire e lanciare i ragazzi. La comunicazione è alla base di chi deve gestire un gruppo e in tanti non ne sanno fare uso . Dobbiamo svecchiare le rose e dare spazio ai giovani perché lo si voglia o no sono il futuro del calcio .

Parliamo un po’ di Lei. Come si è avvicinato al mondo Scanzo? Che aria si respira in questa società?

Mi sono avvicinato allo Scanzorosciate perché il mio figlio maggiore Alessandro, cresciuto in oratorio ad Alzano opra, voleva misurarsi con ragazzi e campionati più’ competitivi . Contattai Giulio Fiammarelli, che a quei tempi era il responsabile del Settore Giovanile, il quale dopo averlo provato lo ha inserito in una sua squadra . A quel tempo io ero responsabile dell’Alzanese e conoscevo già lo Scanzo. Ho iniziato poi a collaborare come osservatore e dopo qualche anno lo stesso Fiammarelli, che doveva abbandonare per motivi di lavoro, mi ha chiesto di sostituirlo e cosi feci fino ad ora.

Prima di assumere questo ruolo, quali esperienze calcistiche da giocatore o allenatore ha avuto?

Come giocatore, a parte le giovanili fatte a Monterosso, ho fatto poco o nulla soprattutto per cause di salute e poi perché iniziando presto a lavorare mi sono dedicato a quello . Come allenatore ho fatto due anni da vice a S.Tomaso in terza categoria per poi iniziare l’avventura come dirigente dell’Alzanese .

Dal nostro vivaio è arrivato in Serie A un giocatore come Mattia Caldara, già sotto contratto con la Juventus e in prestito all’Atalanta. Ci può schierare, se possibile, una formazione di 11 prodotti del vivaio su cui scommettere per gli anni futuri?

Mattia Caldara deve essere di stimolo per tutti i nostri tesserati. E’ la dimostrazione che gli obiettivi, anche i più ambiziosi, si possono raggiungere se ci si impegna sempre in quello che si fa senza mai mollare . In quanto a una nostra ipotetica top11 su cui scommettere preferisco non farla perché abbiamo tanti giovani che hanno le potenzialità’ per fare bene in futuro ma anche perché voglio bene a tutti i miei ragazzi e non vorrei scontentare nessuno.

Idee molto chiare e ottimi propositi per il nostro responsabile del vivaio, su cui penso che la maggior parte dei lettori potrà essere d’accordo.

Essendo un’intervista divisa in tre parti, perché tre sono le persone a capo del Settore Giovanile, le stesse domande verranno riproposte tra qualche tempo anche ad Augusto e Clemente, perciò non perdetevi le prossime puntate!

Recent Posts